di Paolo Massa
Il Natale è una festività che coinvolge (quasi) tutti in giro per il mondo, e forse anche per questo il regista e sceneggiatore di Tornando a casa per Natale, Ben Hamer, ha scelto di raccontare la notte tra il 24 e il 25 dicembre attraverso le vicende di più personaggi, ognuno con le proprie frustrazioni e speranze per l'anno nuovo.
Fin qui nessuna novità, e proprio tale mancanza di originalità sembra essere il grande limite di un film che rischia spesso di ricalcare storie già sentite altrove: un uomo che si veste (senza farsi riconoscere) da Babbo Natale per rivedere l'ex moglie e i figli, un vecchio campione di calcio alcolizzato che cerca di tornare a casa per le vacanze, una donna che spera invano che l'amante lasci per sempre la moglie, uno studente che finge di non credere al Natale per stare con la compagna di classe musulmana e una coppia serbo-albanese dal passato oscuro.
Personaggi perdenti e non, frutto di una visione del mondo secondo la quale o tutto è perfetto o tutto non lo è, dove mancano vie di mezzo capaci di rendere la complessità della vita quotidiana. L'ambientazione è immersa in una neve perenne, di certo ci troviamo in un paese scandinavo, ma non basta il fascino della location e della bellissima colonna sonora finale Home for Christmas cantata da Maria Mena a dare quel pizzico di credibilità ad una pellicola dalle buone intenzioni ma senza una propria anima distintiva. Si poteva fare di meglio.
Voto **
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