giovedì 22 ottobre 2009

Il grande Gatsby, di F. Scott Fitzgerald

di Francis Scott Fitzgerald

Negli anni più vulnerabili della giovinezza, mio padre mi diede un consiglio che non mi è più uscito di mente. "Quando ti vien voglia di criticare qualcuno" mi disse "ricordati che non tutti a questo mondo hanno avuto i vantaggi che hai avuto tu".

Non c'è fuoco né gelo tale da sfidare ciò che un uomo può accumulare nel proprio cuore.

Passai a New York i miei sabato sera perché quei suoi ricevimenti sfavillanti, abbaglianti, erano rimasti così vivi in me, che udivo ancora la musica e le risate lievi e incessanti che giungevano dal suo giardino e le automobili che continuavano a percorrere il suo viale. Una sera udii un'automobile vera, e vidi i fari fermarsi ai gradini d'ingresso. Ma non andai ad informarmi. Probabilmente era un ultimo ospite che arrivava dall'altra estremità della terra e non sapeva che la festa era finita.

2 commenti:

giovannicampanale ha detto...

Grazie per la trasrizione. Amanuense? Grazie anche nel caso tu non lo sia stato. Il passo in questione era evidenziato molto chiaramente sulla copia del mio Fitzgerald. Quelle parole spiccavano sulle altre nella pagina. Forse ad ispirarti è stato un fatto della nostra cronaca recente. Qualcosa in me vorrebbe non fosse così, che a spingerti fosse stato solo l'amore per la letteratura e nulla più.

Paolo Massa ha detto...

Mi ha ispirato solo l'amore per la letteratura, e la mia personale sensibilità dinanzi a quelle parole. Ciao.