martedì 30 novembre 2010
Iceland
ICELAND from Gunnar Konradsson on Vimeo.
CableGate
Sign of the "Times"
Ecuador Sweet Ecuador
Addio Mario
lunedì 29 novembre 2010
New Nigeria Cinema
Si chiama Nollywood: la notizia è che ha superato Hollywood come seconda maggiore industria produttrice di film al mondo, dopo naturalmente la Bollywood indiana.
Inception
di Paolo Massa
Da sempre il cinema cerca di confondere le idee agli spettatori circa la realtà e la finzione delle immagini proiettate sullo schermo, quasi come se il sogno fosse la reale dimensione all’interno della quale diventiamo anche noi parte del film. Questo succede a maggior ragione in Inception, ultima pellicola di Christopher Nolan dopo il successo del suo Cavaliere oscuro.
Dom Cobb, il protagonista interpretato da Leonardo DiCaprio, è un ladro di sogni capace di appropriarsi dei segreti altrui, custoditi negli angoli più bui dell’inconscio umano, per rivenderli al migliore offerente soprattutto nel campo dello spionaggio imprenditoriale. Inception si apre proprio con una sequenza che ci mostra la tecnica di Cobb, il quale insieme a una squadra ben addestrata riesce ad infiltrarsi nel sogno della vittima per carpirne il segreto desiderato. Ma Cobb stesso ha dei segreti inconfessati, che lo turbano spesso durante questi suoi viaggi nel mondo dei sogni, segreti che hanno la sembianza avvenente e morbosa della moglie (Marion Cotillard), morta in circostanze che si chiariranno solo nel corso della narrazione.
Christopher Nolan riesce a rendere bene la necessità opprimente del protagonista di continuare a fluttuare nel mondo dell’inconscio, perché una volta che vedi cosa c’è dietro la realtà sognata diventa sempre più difficile ritornare alla vita reale. L’intreccio comincia a complicarsi quando Dom Cobb viene assoldato da un ricco imprenditore non più per rubare un segreto ma bensì per impiantare una idea dentro la mente della vittima. Cosa quanto mai difficile per il semplice motivo che più l’idea è complessa, maggiori saranno le probabilità di insuccesso.
Questa volta il team di Cobb dovrà scendere negli inferi della mente, livello dopo livello, correndo il rischio di fallire e di farsi catturare. Nolan ci guida per mano tra i meandri sbiaditi di un sogno che sembra reale, come uno specchio rotto in mille pezzi dove ogni singolo tassello servirà a percorrere il tragitto, a volte un po’ confuso, di questo lungo viaggio.
Voto ***1/2
Il mio nome è Khan
di Paolo Massa
Ci sono film sinceri che non fanno sconti a niente e nessuno e film costruiti a tavolino al solo scopo di propagandare una certa idea del mondo. Il mio nome è Khan, diretto dal regista Karan Johar, fa parte della seconda categoria nonostante tutte le buone intenzioni che di certo hanno motivato produttori e sceneggiatori. Peccato perché le tematiche trattate non sono roba da poco, soprattutto in un paese come gli Stati Uniti dove gli immigrati vivono sulla loro pelle ben altro che quel sogno americano troppo spesso sbandierato come certezza.
Ne sa qualcosa il musulmano Khan, interpretato da un bravo Shah Rukh Khan, che affetto dalla sindrome di Asperger (una forma lieve di autismo) non riesce a rapportarsi spontaneamente con le altre persone. Morta la madre, raggiunge il fratello in America dove incontrerà una bellissima ragazza, Mandira (Kajol), madre single di religione induista che riuscirà a ricambiare l'amore di quest'uomo un po' imbranato, spesso con le idee troppo chiare soprattutto in fatto di matrimonio, ma con un cuore grande come una casa.
I due si innamoreranno e si sposeranno contro tutti i pronostici degli spettatori (si fa per dire, ovviamente) ma arriverà lo squarcio dell'11 settembre nel cielo di Manhattan a strappare il sogno di felicità costruito dai due sposini. Tutto quello che può andare male va anche peggio, dando la sensazione che il regista voglia dipingere il peggiore sfondo possibile per ambientare il messaggio di speranza di Khan, che vorrà a tutti i costi parlare con il Presidente degli Stati Uniti per dirgli che non è un terrorista.
Non ne sveliamo la ragione per evitare ulteriori ricadute su una sceneggiatura già di per sé troppo prevedibile, farcita all'inverosimile di buonismo e sentimentalismo, con una colonna sonora a volte davvero debordante che cerca di aggiungere laddove ci sarebbe da tagliare. "Ci sono le persone buone e le persone cattive", dice la madre al piccolo Khan. Ci verrebbe da dire, parafrasando gli sceneggiatori: "Ci sono film buoni e film cattivi". Tutto qui.
Voto **
domenica 28 novembre 2010
Hope for Haiti
sabato 27 novembre 2010
Tornando a casa per Natale
di Paolo Massa
Il Natale è una festività che coinvolge (quasi) tutti in giro per il mondo, e forse anche per questo il regista e sceneggiatore di Tornando a casa per Natale, Ben Hamer, ha scelto di raccontare la notte tra il 24 e il 25 dicembre attraverso le vicende di più personaggi, ognuno con le proprie frustrazioni e speranze per l'anno nuovo.
Fin qui nessuna novità, e proprio tale mancanza di originalità sembra essere il grande limite di un film che rischia spesso di ricalcare storie già sentite altrove: un uomo che si veste (senza farsi riconoscere) da Babbo Natale per rivedere l'ex moglie e i figli, un vecchio campione di calcio alcolizzato che cerca di tornare a casa per le vacanze, una donna che spera invano che l'amante lasci per sempre la moglie, uno studente che finge di non credere al Natale per stare con la compagna di classe musulmana e una coppia serbo-albanese dal passato oscuro.
Personaggi perdenti e non, frutto di una visione del mondo secondo la quale o tutto è perfetto o tutto non lo è, dove mancano vie di mezzo capaci di rendere la complessità della vita quotidiana. L'ambientazione è immersa in una neve perenne, di certo ci troviamo in un paese scandinavo, ma non basta il fascino della location e della bellissima colonna sonora finale Home for Christmas cantata da Maria Mena a dare quel pizzico di credibilità ad una pellicola dalle buone intenzioni ma senza una propria anima distintiva. Si poteva fare di meglio.
Voto **
I can do nothing for you son
venerdì 26 novembre 2010
giovedì 25 novembre 2010
mercoledì 24 novembre 2010
Everything is gonna be alright
All My Days
Qui sotto la bellissima colonna sonora di Alexi Murdoch, dal titolo All My Days.
Votar és un plaer
Che votare sia un piacere (sessuale) lo pensano solo in Spagna.
martedì 23 novembre 2010
Larger than Iraq and Afghanistan
Stay there, Sarah
Barbara Bush ha le idee chiare sulla star del Tea Party Sarah Palin. Alla domanda di Larry King ha risposto: "I sat next to her once. Thought she was beautiful. And she's very happy in Alaska, and I hope she'll stay there".
giovedì 18 novembre 2010
Funny Boss
Era in vena di scherzare, Bruce Springsteen, in occasione dell'unica apparizione televisiva, al Late Night With Jimmy Fallon, per presentare il suo ultimo cofanetto The Promise. Jimmy Fallon, nei panni di un Neil Young in versione anni 70, ha intonato la canzone Whip my hair insieme a un Boss anche lui in perfetto stile Seventies. Duetto imperdibile!
Amazon goes to Hollywood
I believe so
Domanda secca di Barbara Walters a Sarah Palin dagli schermi della abc News: "If you ran for President, could you beat Barack Obama?" La risposta è nel titolo di questo post.
mercoledì 17 novembre 2010
Viva l'Italia!
Waiting for Christmas
From Diana to Kate
26%
USA vs CINA
martedì 16 novembre 2010
No Comment
lunedì 15 novembre 2010
domenica 14 novembre 2010
Take Off The Pink Tutu
Who will be TIME's 2010 Person of the Year?
Sì viaggiare
sabato 13 novembre 2010
Sleeping Trees
I wanna be a Norwegian
Non ci credete? Leggete qui. Indovinate a che posto si è posizionata l'Italia?
I 40 ladroni
venerdì 12 novembre 2010
giovedì 11 novembre 2010
Rise Up
mercoledì 10 novembre 2010
I couldn't walk and I tried to run
martedì 9 novembre 2010
Alone in New York
Alone in New York from Giuseppe Vetrano on Vimeo.
lunedì 8 novembre 2010
domenica 7 novembre 2010
sabato 6 novembre 2010
venerdì 5 novembre 2010
This is our Morning in America
giovedì 4 novembre 2010
martedì 2 novembre 2010
lunedì 1 novembre 2010
Sì viaggiare
Wanderlust from Thinklab on Vimeo.