venerdì 18 gennaio 2008

Paranoid Park

Paranoid Park” di Gus Van Sant non è un film facile da vedere. E per i fan del regista di “Elephant”, altro suo bel film da non perdere, la ragione è presto detta. “Paranoid Park” è un film sbilenco, che fa dei salti temporali con i quali ci racconta la storia di Alex (diciottenne skateborder di Portland) lo stile inconfondibile e personalissimo dell’autore. Da subito lo spettatore fa la conoscenza del giovane protagonista, intento a scrivere una sorta di diario dove poter annotare la vicenda capitatagli qualche sera prima nei pressi di Paranoid Park. Qui, per una tragica fatalità, il ragazzo colpisce una guardia che accidentalmente cade sotto le rotaie di un treno. La morte dell’uomo è terribile, e Gus Van Sant non manca di mostrarcela nei suoi effetti più devastanti. Ma la terribile scena dell’incidente arriva solo a metà film, dopo che, con uno ritmo a dir poco lento, ci vengono mostrati i bordi scoloriti della storia: un ragazzo amante dello skateboard, il suo rapporto non facile con la ragazza, le passeggiate a Paranoid Park dove schiere di skateborder si allenano giorno e notte in allegria. Bordi scoloriti perché i comportamenti strani di Alex, le sue paure e le sue ansie non ci vengono spiegate almeno fino a quando non sappiamo di cosa sia davvero colpevole il giovane studente. La pellicola di Gus Van Sant, dunque, si sviluppa come se fosse un puzzle in lenta costruzione, dove ogni tassello ci serve a capire un po’ di più le emozioni dei personaggi, i loro pensieri e le loro contraddittorie azioni. È una gioventù, quella descritta dal regista, quasi ai margini, dove spesso i genitori non sono presenti, e per di più anche incapaci di capire le ansie dei propri figli. Alex è solo dopo quello che gli è successo a Paranoid Park: ha sì una ragazza con la quale fa per la prima volta sesso, ha degli amici, ha una madre e un padre ormai separati e che cercano, a loro modo, di essergli d’aiuto, ma alla fin fine Alex è un ragazzo fondamentalmente solo con sé stesso. E con i suoi più inconfessabili segreti.

Nessun commento: