di Paolo Massa
Nelle sale italiane è uscito dopo essere stato presentato con successo, lo scorso novembre, al Festival di Torino. Ma negli Stati Uniti, il nuovo, sorprendente film diretto da Brad Silberling, 10 cose di noi (10 items or less, dal nome delle casse dei supermercati dove è possibile acquistare al massimo 10 pezzi), ha debuttato nei cinema a stelle e strisce il 1° dicembre 2006, più di due anni fa. Girato a Carson, il sobborgo multietnico di Los Angeles (in California), in ben 15 giorni (tra febbraio e marzo 2006), la pellicola è stata distribuita all’inizio solo in 15 sale. Nel cast due attori del calibro di Morgan Freeman (che interpreta sé stesso) e dell’affascinante Paz Vega (nel ruolo di una cassiera sola e un po’ depressa). Riferendosi a 10 cose di noi, il regista Brad Silberling ha dichiarato di "averlo scritto ancora prima di fare Lemony Snicket, e dopo quel film, per il quale ho trascorso due anni sul set, ho voluto vedere i film neorealisti italiani, per una sorta di terapia mentale. Così facendo, mi sono reso conto che mi ero fatto un regalo: potevo semplicemente andare in strada con due grandi attori e filmare". Il protagonista della storia è Morgan Freeman, che interpreta un sé stesso lontano dalle luci di Hollywood, alla ricerca di piccole parti non troppo impegnative in film indipendenti. E proprio l’offerta di farlo recitare in una di queste pellicole a basso budget, lo porterà alla periferia di Los Angeles per un sopralluogo da fare in un supermercato, per meglio comprendere la parte del direttore che dovrà interpretare. Ma una volta giunto a destinazione, non troverà chi stava cercando, bensì una giovane e grintosa cassiera, Scarlet (Paz Vega), che da subito attirerà la sua attenzione di attore abituato a scandagliare ogni minimo dettaglio delle altre persone intorno. Inizia così l’incontro/scontro tra due personaggi che, pur nelle loro tante differenze, una cosa in comune sembrano avercela: la solitudine. Che nel caso di Morgan Freeman sembra acuirsi proprio per il fatto di essere un attore famoso, conosciuto da tutti, ma alla fine da nessuno. "Ogni volta che il personaggio cerca di presentarsi", ha detto Silberling, "l’altro risponde ‘So chi sei’". Ma sanno veramente chi è, si chiede lo spettatore? D’altro canto, però, anche Scarlet non sembra passarsela meglio, immigrata con un matrimonio fallimentare alle spalle e senza il conforto nemmeno di un figlio. "Volevo che Scarlet fosse un’immigrata, molto isolata, con una relazione in completo fallimento, in modo che fosse ancora più sola” ha spiegato il regista. Ma ancor più importante, per Silberling, è stata la scelta di assoldare anche attori non professionisti presi direttamente dalla strada, per vedere il personaggio di Freeman tornare alla vita grazie al fatto di essere immerso nella vita vera. Basti pensare, ad esempio, ai ragazzi dell’autolavaggio oppure alla donna del negozio di articoli da regalo. Tutte persone reali, protagoniste di una gustosa commedia musicale (a tratti anche struggente) che ci narra di due solitudini (Morgan e Scarlet) capaci ancora una volta di credere l’uno nell’altra, e di confidare nuovamente nella bontà dell’animo umano. "Vorrei che le persone avessero il cuore più leggero dopo averlo guardato, ha detto la produttrice Julie Lynn, per pensare alle possibilità che offre la vita". E il piccolo, grande film di Brad Silberling sembra esserci riuscito in pieno.
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