di Massimo Gramellini
Con Fiorello a Sky lo scenario muta di nuovo. Lui è il simbolo indiscusso della tv nazionalpopolare, che riesce a essere simpatica senza diventare volgare. Ma se il nazionalpopolare va sul satellite come i documentari sugli orsi, significa che anche per l'ultimo brandello di qualità televisiva bisognerà pagare. In video e su carta ci aspetta un futuro così suddiviso. Da una parte il pianeta del gratuito, abitato da informazione scandalistica, reality guardoni e varietà rutto-dipendenti, per la delizia dei pochi inserzionisti pubblicitari sopravvissuti alla crisi. Dall'altra il cosmo a pagamento della comicità garbata, dell'informazione di qualità e delle partite di calcio. In mezzo, eterna discriminante, il denaro.
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