Ricordo ancora quel pomeriggio di nove anni fa, 11 settembre 2001, io ancora un ragazzino – da qualche mese 16enne – pronto a godermi gli ultimi fuochi di una estate trascorsa a giocare a pallone, mattina e sera, nel mio adorato Parco del Sole a Salerno. Era un pomeriggio come tanti passato subito dopo pranzo a guardare un po’ di televisione e a sonnecchiare, quando a un certo punto vedo mio fratello correre in salone per darci la notizia. Ci ritroviamo in un attimo – io, mio padre e mia zia – davanti ad una apocalisse via etere, di fronte alle terribili immagini dell’attacco terroristico al cuore economico degli Stati Uniti, il World Trade Center con le sue altissime Twin Towers. Marco, mio fratello, vede con i suoi occhi, e in diretta, l’impatto del secondo aereo in una delle torri: solo in quel momento capisce che non si tratta di un film di fantascienza. E' tutto vero. Dopo quasi un’ora ipnotizzati davanti alla Tv, gli occhi fissi su quei due cerini di acciaio feriti a morte, assistiamo al crollo di circa 3000 vite innocenti nel vuoto di un cratere che avremmo tutti chiamato Ground Zero. Da quel giorno, anno dopo anno, è cresciuto in me il desiderio di andare di persona a New York, per varcare la soglia di un nuovo mondo, gli Stati d’Uniti d’America, capace di forgiare gran parte dei miei sogni e delle mie speranze. Nessuno avrebbe potuto pronosticare che proprio l’11 settembre di nove anni dopo, mi sarei trovato a New York per lavoro (come stagista a Rai Corporation) a coprire l’anniversario (tra l’altro il più turbolento di tutti) di quel tragico e storico giorno. Così lo scorso 11 settembre 2010 arrivo al mattino presto alla Rai per dare una mano durante le dirette dal terrazzo con vista sulla parte meridionale di Manhattan, dove prima svettavano imponenti le torri. La commemorazione si svolge questa volta con un occhio alle manifestazioni organizzate dagli attivisti contrari alla costruzione di un Islamic Center a pochi isolati da Ground Zero. Insieme al cameraman restiamo in strada per documentare le manifestazioni a favore e contro questo controverso progetto architettonico. C’è chi invoca il dovere di rispettare le migliaia di vite innocenti uccise dalla furia di fantomatici credenti islamici, chi invece grida a voce alta il suo benvenuto in terra americana a chiunque professi una religione diversa, Islam compreso, perché in fin dei conti – questa è la mia impressione - Bin Laden & Co. non possono considerarsi dei veri musulmani. Tornando a casa pronto per partire in serata per il New Jersey, ripenso a questa giornata lunga e faticosa e mi sento ripagato in pieno per aver potuto parteciparvi. Appena arrivo a casa di Gerardo, mio cugino di 3° grado, già dall’auto intravedo in lontananza un doppio fascio di luci. Capisco di cosa si tratta, e il mio pensiero va subito a quelle fantastiche torri che per una notte all’anno sembrano rivivere ancora, sebbene solo per poche ore, lassù nel cielo scuro del New Jersey e del mondo intero. Così tramonta anche il mio (primo) 11 settembre a stelle e strisce, insieme a quelle luci che presto sfumeranno lasciando posto, poco a poco, ad una nuova alba.
martedì 12 ottobre 2010
Il mio 11 settembre
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4 commenti:
Quel giorno rimarrà scolpito per sempre anche nella mia testa, mi ricordo esattamente tutte le sensazioni che ho provato. Io che rientro dalla scuola guida, mio fratello che mi dice "hanno attaccato una torre gemella di new york", io che penso da subito ad un film di fantascienza...per poi capire che di film non si trattava...
Non immagino nemmeno cosa significhi essere lì durante un anniversario...
Sto seguendo con vivo interesse questa tua avventura americana! Ti faccio un grosso in bocca al lupo!
A presto.
Ciao Federico, che si dice a Stoccolma? La porto sempre nel mio cuore.
Qui tutto ok, a parte gli xenofobi che sono entrati in Parlamento come saprai.
Quando ripasserai di qui (e sicuramente lo farai) batti un colpo!
See you soon in Stockholm, then!
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