
mercoledì 28 maggio 2008
L'Italia che ci piace

Etichette:
hic et nunc,
in my life,
taccuino cinefilo
End of their days

di dover restare con i piedi per terra.
mercoledì 21 maggio 2008
La paura del silenzio

Dei tre minuti di silenzio osservati dai cinesi per le vittime del terremoto colpiva soprattutto una cosa: il silenzio. Nelle immagini televisive nulla sembrava poter distogliere dal loro rigore quei corpi immobili e quelle labbra serrate. Un miliardo e trecentomila persone capaci di tenere la bocca chiusa e le mani ferme per tre minuti (il totale fa 7415 anni di silenzio: praticamente un’era glaciale). Il confronto con i funerali della ragazza di Niscemi assassinata dai coetanei non avrebbe potuto essere più deprimente. Applausi scroscianti alla bara, persino durante l’esecuzione del «Silenzio» da parte di un trombettiere. L’applauso in chiesa o durante le commemorazioni negli stadi è un segnale drammatico di decadenza, tanto più perché pochi sembrano darvi peso. E’ figlio della maleducazione televisiva ed esprime l’ansia di riempire un vuoto. Nelle civiltà in declino ha perso il significato originario di approvazione ed è diventato il modo di comunicare agli altri la propria esistenza. Si applaudono i morti per sentirsi vivi, senza esserlo davvero: solo dei morti viventi, infatti, possono avere tanta paura del silenzio, che li costringe a sintonizzarsi con la parte più profonda di se stessi. Ma il ribaltamento degli impulsi naturali ha trasformato il silenzio in un segnale di freddezza e l’applauso in una forma di partecipazione. I cinesi cominceranno a perdere colpi il giorno in cui scopriranno che muovere le mani e la bocca è un ottimo sistema per mettere a tacere il cuore.
La bocca della verità?

Un candidato che non può essere eletto sta per essere nominato da un partito che non può essere sconfitto, mentre un candidato che è altamente eleggibile è il nominato di un partito destinato alla sconfitta.
Studenti d'allevamento
Oggi, gli studenti universitari non leggono più:seguono piccoli corsi di poche settimane, che si susseguono vorticosamente; e, alla fine, dopo aver saltabeccato da un piccolo corso ad un altro piccolo corso, giacciono a terra sfiniti, senza avere appreso assolutamente nulla.
lunedì 19 maggio 2008
sabato 17 maggio 2008
Il dunque della democrazia

Certo, i politici, le istituzioni, tutti noi, abbiamo il diritto di non essere accusati ingiustamente, e di non essere vilipesi. Come del resto chiede appunto per sé anche Travaglio. Ma questo diritto si afferma nella spiegazione, nello scontro, nella capacità, insomma, di rispondere alla guerra; non nel dettare regole preventive, quali voler conoscere prima la sceneggiatura, o le domande di una intervista, o rivedere un articolo.
Cos'è alla fine la leadership se non saper sopravvivere alle critiche? Il dunque delle democrazie più compiute delle nostre è proprio questo: cosa ci insegnano infatti le sanguinose primarie in Usa, o la vita di leader come Blair o Thatcher?
Solo da noi la leadership pare voler essere misurata unicamente dal suono di cimbali e trombette. Solo in Italia la leadership identifica il rispetto con l’unanimità di lodi, e la forza delle istituzioni con il silenzio che le circonda.
La nostra Cecità
Perché siamo diventati ciechi?
Penso che non siamo diventati ciechi.
Penso che siamo ciechi.
Ciechi che vedono.
Ciechi che, vedendo, non vedono.
venerdì 16 maggio 2008
La nostra Gomorra

...questo tipo di scrittura, questo tipo di sguardo, questo dare una cittadinanza universale a problemi che non sembrano averla, è il pericolo più enorme che può generare la parola. Non per niente spesso chi arriva a fare queste cose poi non può più essere fermato se non con la morte. Perchè una parola così come la fermi? Tu puoi bloccare una notizia, ma non puoi bloccare tutti gli occhi, le labbra, le lingue che iniziano a considerare proprie quelle parole, a farle proprie... Come le fermi? E' impensabile.Roberto Saviano si riferisce qui alla scrittura, allo sguardo e alla parola della grande Anna Politkovskaja. Una donna, una giornalista, e un esempio per noi tutti.
Etichette:
hic et nunc,
il libro,
in my life,
pensieri e parole,
taccuino cinefilo
Mille pezzi di noi

Ci dice Pirandello/Vitangelo Moscarda:
Non mi conoscevo affatto, non avevo per me alcuna realtà mia propria, ero in uno stato come di fusione continua, quasi fluido, malleabile; mi conoscevano gli altri, ciascuno a suo modo, secondo la realtà che m'avevano data; cioè vedevano in me ciascuno un Moscarda che non ero io, non essendo io propriamente nessuno me; tanti Moscarda quanti essi erano, e tutti più reali di me che non avevo per me stesso, ripeto, nessuna realtà.
...Non è altro che questo, epigrafe funeraria, un nome. Conviene ai morti. A chi ha concluso. Io sono vivo e non concludo. La vita non conclude. E non sa di nomi, la vita. Quest'albero, respiro trèmulo di foglie nuove. Sono quest'albero. Albero, nuvola; domani libro o vento: il libro che leggo, il vento che bevo.
...Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane. Io non l'ho più questo bisogno, perchè muojo ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi: vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori.
Etichette:
il libro,
in my life,
pensieri e parole
Il cimitero del Mondo

...mosso (Lee Masters) da interessi culturali e morali di ben più grave portata...accentrò le sue facoltà visionarie sulla tensione etica dei suoi personaggi, i morti di Spoon River, chiedendo loro di rivelargli il segreto, la coscienza ultima delle loro azioni, e in questa severa, dantesca ansia visse il suo travaglio fantastico.
Dei tanti segreti confessati dai morti di Spoon River, questo è quello che più mi ha fatto commuovere:
FRANCIS TURNER
Da ragazzo
non potevo correre nè giocare.
Da uomo potei solo sorseggiare dalla coppa,
non bere -
perchè dopo la scarlattina m'era rimasto il cuore malato.
Eppure riposo qui
consolato da un segreto che solo Mary conosce:
c'è un giardino di acacie,
di catalpe e di pergole dolci di viti -
là, quel pomeriggio di giugno
a fianco di Mary -
mentre la baciavo con l'anima sulle labbra
l'anima d'un tratto volò via.
Etichette:
il libro,
in my life,
pensieri e parole,
sala di ascolto
lunedì 12 maggio 2008
venerdì 2 maggio 2008
Iscriviti a:
Post (Atom)