In its meticulous planning and military precision, the assault on Mumbai bore no trace of what its promoters tried to suggest it was - a spontaneous eruption by angry young Indian Muslims. This horror was not homegrown. (…) Bombs and bullets alone cannot destroy it. (…) But what can destroy India is a change in the spirit of its people, away from the pluralism and coexistence that has been our greatest strength. (…) If these tragic events lead to the demonisation of the Muslims of India, the terrorists will have won. For India to be India, its gateway - to the multiple Indias within, and the heaving seas without - must always remain open.
venerdì 28 novembre 2008
Bombs and bullets cannot destroy India
lunedì 24 novembre 2008
A Case for Change
domenica 23 novembre 2008
Obama and the Myth of the Black Messiah
sabato 22 novembre 2008
IL FILM - Changeling
IL FILM - La classe
I ragazzi-studenti-attori del film, infatti, pur parlando francese possono benissimo rappresentare la gioventù di tante altre nazioni alle prese, soprattutto negli ultimi anni di globalizzazione, con un’immigrazione che riempie le scuole del mondo di culture e tradizioni diverse e lontane al tempo stesso. Ci troviamo in un istituto della periferia parigina dove un professore di francese, interpretato dal vero professore Begaudeau (l’autore del libro), si cimenta con un gruppo di ragazzi che sembra davvero poco interessato ad apprendere i rudimenti della propria lingua. E qui sta il problema di fondo, sembra suggerirci il regista, quando si vede il professore chiedere ai suoi allievi di quale nazionalità si sentano e le risposte lasciano a dir poco esterrefatti.
IL FILM - Parigi
venerdì 21 novembre 2008
La mia Gomorra
Grazie Mia, grazie Faber
Ecco cosa significa per me saper intepretare una canzone. Grazie Mia, grazie Faber...
giovedì 20 novembre 2008
Ho visto anche degli zingari felici
Luca Carboni insieme a Riccardo Sinigallia ha rispolverato questa bella canzone del grande cantautore Claudio Lolli. Sopra la versione originale. Sotto, invece, un'altra perla musicale di Lolli, la migliore canzone - a mio parere - dedicata al compianto Marco Pantani.
venerdì 14 novembre 2008
Il mio Festival
mercoledì 5 novembre 2008
Il Sogno diventato Realtà
“Change has come to America”. Il cambiamento è arrivato in America, ha detto il nuovo (e primo) presidente afroamericano Barack Obama davanti alle migliaia di fan riunitisi al Grant Park di Chicago. Non l’ha detto solo a quelle persone però. Dicendolo si è rivolto concretamente anche agli altri cittadini degli Stati Uniti d’America, e simbolicamente a tutto il mondo globalizzato in trepidante attesa della sua elezione.
Alla fine Barack ce l’ha fatta, e insieme a lui ce l’hanno fatta tutti coloro che hanno creduto (a ragione) di scorgere nei suoi discorsi quel seme di cambiamento che si spera possa, nei prossimi quattro anni, far germogliare i frutti della speranza globale. Negli ultimi otto anni abbiamo vissuto esperienze dolorose e scioccanti, a partire dall’indelebile squarcio nei cieli di Manhattan quel maledetto 11 settembre 2001, quando noi tutti ci sentimmo americani.
martedì 4 novembre 2008
What it means to be an American
Prima di sapere domani notte chi sarà il nuovo presidente degli Stati Uniti d'America, se Obama oppure McCain, e per concludere in bellezza questo finale di campagna elettorale made in Usa, credo che ascoltare Fareed Zakaria, a proposito di quello che ha detto Colin Powell nel suo endorsement a favore del senatore afroamericano, sia fondamentale per capire cosa significhi, o dovrebbe significare, ancora oggi essere americani. Fate attenzione alle parole di Colin Powell, and you'll understand what it means to be an American.
lunedì 3 novembre 2008
domenica 2 novembre 2008
Miracolo a Sant'Anna
di Paolo Massa
Con Miracolo a Sant’Anna, il nuovo (e primo) film di guerra di Spike Lee, il regista afroamericano che ha diretto in passato pellicole del calibro di La 25a ora e di When the leeves broke. A requiem in four acts - uno straziante omaggio agli sfortunati cittadini di New Orleans devastati dall’uragano Katrina - ritorna nelle sale con questa sua prima opera bellica ambientata principalmente nella Toscana del 1944 durante la Seconda guerra mondiale. La pellicola, a dire il vero, ha inizio nel 1984, quando vediamo un impiegato di colore delle poste di New York sparare senza esitazione ad un cliente che sta per spedire delle lettere.
Immancabili le polemiche qui in Italia subito dopo l’uscita del film, a causa della non particolarmente rosea rappresentazione che se ne dà della resistenza partigiana, ma l’autore mette subito in chiaro le cose spiegando con una didascalia introduttiva che il corpus della storia è basato unicamente sui fatti narrati da James McBride nel suo omonimo romanzo. Non si mette in dubbio, dunque, la verità storica della strage nazista di Sant’Anna di Stazzema, dove senza alcuna ragione le SS trucidarono il 12 agosto 1944 ben 560 persone, comprese donne e bambini, mentre nel film si ipotizza invece che l’eccidio fu frutto di una rappresaglia alle scorribande dei partigiani contro i soldati tedeschi.
La macchina da presa segue quattro soldati neri appartenenti alla 92° divisione Buffalo Soldiers dell’esercito statunitense, che dopo un violento conflitto a fuoco contro i crucchi riescono a fuggire, insieme a un bambino (Angelo) trovato ferito nei boschi intorno, rimanendo poi bloccati in un piccolo paese al di là delle linee nemiche. Da subito si comprende il punto di vista dal quale Spike Lee intende narrare la storia e la sua verità sui tanti, troppi soldati di colore mandati a morire durante la Seconda guerra mondiale. E soprattutto per questa scelta la pellicola ci appare un tantino di parte – neri buoni, bianchi cattivi – finendo per compiere lo stesso errore di cui era stato accusato Clint Eastwood, dallo stesso Spike Lee, per aver girato senza attori di colore il film bellico Flags of our fathers. Come dire: la guerra è (e dovrebbe) essere uguale per tutti, sia in vita che in punto di morte.
Una volta giunti nel paesino sperduto tra il fiume Serchio e le montagne, i quattro soldati cominciano a familiarizzare, non senza qualche difficoltà, con gli abitanti del posto, tra i quali si distingue la bella Valentina Cervi (che interpreta, un po’ sopra le righe, una ragazza troppo disinibita per i tempi che correvano all’epoca), e il sempre ottimo Pierfrancesco Favino nella parte di un partigiano alle prese con i rimorsi della propria coscienza.
Ma il vero mistero di tutta la storia resta quello legato al piccolo Angelo, un bambino che sembra parlare con un fantasma di nome Arturo (che nessuno vede e sente escluso lui), e a un frammento della statua di Sant’Anna che il soldato Sam Train, l’omone che instaura un rapporto molto affettuoso con il piccolo Angelo, si porta sempre dietro come un amuleto. Al termine della pellicola, però, la sensazione di aver assistito ad un film di guerra non particolarmente originale e un po’ troppo lungo si fa strada nella mente dello spettatore, che da uno Spike Lee in stato di grazia si sarebbe aspettato ben altro miracolo. Un vero miracolo.
Il ritorno a Roma dell'Arlecchino mascherato
Burn After Reading
Gone Baby Gone
di Paolo Massa
Avete amato senza sosta il capolavoro di Clint Eastwood Mystic River, e non vi siete più dimenticati la meravigliosa ambientazione in una torbida e fredda Boston? Vi siete chiesti a più riprese dove alberga la verità che ognuno di noi cerca disperatamente di afferrare per meglio comprendere i misteri delle proprie vite? Allora il sorprendente debutto alla regia di Ben Affleck, con il film Gone Baby Gone, tratto anch’esso, come Mystic River, da un romanzo di Dennis Lehane (La casa buia, Piemme edizioni), farà di certo al caso vostro.
Una bambina è misteriosamente scomparsa, si chiama Amanda McCready, ha solo quattro anni e si è letteralmente volatilizzata nel malfamato quartiere di Dorchester, a Boston, dove viveva insieme alla madre e ai nonni. Subito i mezzi di informazione, televisione in primis, si lanciano sulla notizia, stazionando giorno e notte di fronte alla casa della famiglia McReady. Il caso diventa di interesse pubblico, e la polizia, con a capo il capitano Jack Doyle (Morgan Freeman), cerca in tutti i modi di trovare qualche indizio utile alle indagini. Intanto vengono assunti dalla nonna della bambina anche due agenti privati, specializzati nel ritrovamento di persone scomparse, interpretati da Casey Affleck (fratello di Ben) nei panni di Patrick Kenzie e da Michelle Monaghan nel ruolo di Angela Gennaro.