Roberto Saviano ha tenuto una appassionata lezione agli studenti di Roma Tre, e lo scrittore Roberto Cotroneo ne ha scritto mirabilmente su l'Unità, ponendosi dalla parte di quei giovani, alcuni dei quali forse non hanno nemmeno letto Gomorra, asserragliati nell'aula magna dell'università. E Cotroneo, immedesimandosi in quei ragazzi vogliosi di un contatto diretto, più umano, con l'autore napoletano che ha osato sfidare la camorra con la sola forza della parola scritta, si chiede: "Perché se qualcuno scrive di questi orrori, questi orrori debbono permanere? Perché la letteratura non è salvifica, per una volta? E perché la scrittura non aiuta? Perché la denuncia non dà i suoi frutti? Perché Gomorra non ci ha liberati dal male, quasi fosse un libro sacro?". La risposta forse Saviano la conosce, "e lui, mentre lascia l’aula tra gli applausi, ormai lo sa, e sembra dirlo a tutti loro in silenzio. È un cammino lungo, fatto più di domande vere che di risposte. Per una platea che non sa quanto i libri non siano altro che domande senza risposte. Perché le risposte arrivano sempre dopo, e solo se i libri sono capaci di cambiarti davvero. Gomorra può essere uno di questi libri".
sabato 20 dicembre 2008
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