Ci sono film che, a vederli una seconda volta, ti dischiudono come d’incanto particolari bellissimi che, ad una prima visione, ti erano magari sfuggiti.
Mi è capitato con il film Elephant di Gus Van Sant, che con uno stile freddo, dove ogni cosa (dai personaggi alle scenografie fino ai paesaggi) ostenta una perfezione solo apparente, ci mostra il tragico giorno dell’eccidio, da parte di due studenti liceali, di alcuni ragazzi e insegnanti della Columbine High School in Colorado, negli Stati Uniti.
Sin dall’inizio la telecamera insegue i personaggi della storia, facendoci vivere insieme a loro gli ultimi istanti di vita studentesca prima della strage annunciata. Annunciata, nel film, da alcuni flashback che ci mostrano Eric e Alex farsi recapitare a casa le armi che utilizzeranno per l’eccidio.
Un film agghiacciante quanto affascinante. Con tanti interrogativi irrisolti, che ogni buon film dovrebbe sempre porre ai propri spettatori. Da rivedere più e più volte per ammirarne l’estrema bellezza stilistica.
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