sabato 24 luglio 2010

Cosa vuoi di più dalla vita?


L’ansia da pre-partenza era dovuta soprattutto alla ricerca di una stanza che avrei dovuto iniziare non appena giunto a destinazione. Durante gli ultimi giorni, dopo aver visto decine e decine di annunci su Craiglist, decido di guardare qualche offerta anche sul sito di NyHabitat, un’agenzia di New York specializzata negli affitti di appartamenti in condivisione. Da subito entro in contatto con Beatrice, che inizia a propormi qualche stanza via mail. Giunto sul posto, do un’altra occhiata alle stanze disponibili già da fine luglio e così mi faccio segnare un appuntamento nel suo ufficio: qui discutiamo delle offerte realmente disponibili, e dopo una mezz’oretta mi congedo con tre opzioni nel cassetto. Due stanze ad Harlem - una più vicina a Central Park, l’altra meno - e un’ultima stanza nell’Upper East Side. Qualche ora dopo Beatrice mi contatta per darmi i numeri di telefono di Michael e Steven, i proprietari di due delle tre stanze da me scelte. Vado prima da Michael ad Harlem, che mi propone una stanza in affitto a $775 (spese incluse) in un appartamento in condivisione con lui, il suo cane (si chiama Blue, come il colore) e una ragazza italiana, di Milano, che resterà fino a metà settembre. Questa prima soluzione non mi dispiace, anche se la stanza e tutto il resto me l’aspettavo un pochino più grandi. Confermo a Michael di essere molto interessato, però prima di decidere gli dico che ho bisogno di vedere un’altra stanza la sera stessa, quella nell’Upper East Side. Chiamo Steven per chiedergli quando, e se, possiamo vederci in serata. Mi dice di andare da lui alle nove. Io mi avvio alle otto, dopo aver fatto un giro per Wall Street fino al molo dello Staten Island Ferry. Arrivato a Lexington Avenue, pronto a prendere la linea verde, mi squilla il telefono: è Steven. Mi dice che purtroppo la sua stanza è stata appena affittata da una persona che non ha perso tempo ed ha subito pagato il deposito. Come spesso mi è capitato in passato, prendo una decisione all’istante: chiamo subito Michael, e gli dico che ho deciso di prendere la stanza. Rimaniamo che il mattino seguente gli avrei portato i $700 del deposito per bloccare la stanza. Così faccio, e il giorno dopo gli porto i soldi della caparra. Intanto, in attesa di tornare da Beatrice per saldare i conti della commissione, me ne vado in giro per una New York un tantino piovosa. Opto per Downtown e il richiamo del World Trade Center è ancora forte dopo la fugace visita notturna dello scorso aprile insieme a Stefano e Giuseppe. Per la prima volta vedo di giorno cosa resta del cratere di quell’indimenticato 9/11/2001, con la Freedom Tower (la torre della libertà) che pian piano sta nascendo dalle macerie delle Torri gemelle. Decido di allungarmi più a sud, nello splendido Battery Park, rovinato solo da una incessante pioggia che mi costringe ad aprire l’ombrello. La stanchezza si fa presto sentire, e così mi siedo su una panchina dello skyline newyorchese, davanti a me in lontananza la sagoma possente della Statua della Libertà, dove mi rilasso leggendo I segreti di New York di Corrado Augias e ascoltando un po’ di buona musica sul mio nuovo BlackBerry. Come a dire: cosa vuoi di più dalla vita?

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti vogliamocosì'!! Un consuntivo conciso ma che t prende.Viva il Blackberry.
Salerno Presente

mordecai ha detto...

dalla vita avrei preteso un appartamento migliore, cazzo!!!

Paolo Massa ha detto...

caro mordecai, la fretta di trovare casa mi ha giocato un brutto scherzo ;-)

joetriglia ha detto...

almost plopped in your pants, eh?
mi raccomando ricordati il video e non farti trovare sprovvisto