sabato 28 agosto 2010
martedì 24 agosto 2010
New Jersey Reunion #2
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sabato 21 agosto 2010
Metti una sera a Broadway
Arthur l’ho conosciuto lo scorso aprile durante il fantastico viaggio canadese che mi ha portato anche a Boston e New York. Qualche giorno fa ci siamo rivisti qui a NYC. Siamo andati a vedere insieme una commedia a Broadway – Lend me a Tenor per la regia di Stanley Tucci – e devo ammettere che mi sono divertito moltissimo. Dopo lo spettacolo abbiamo aspettato fuori dal teatro per incontrare gli attori, Arthur in cerca di una foto con Tony Shalhoub. Io me la sono fatta con una delle attrici, la bionda. Fuori pioveva e noi, imperterriti, abbiamo atteso invano l’arrivo di Tony. Alla fine abbiamo visto spuntare dall’uscita del teatro il calciatore francese Thierry Henry insieme a una sventola biondona da paura. Stanchi ormai di aspettare, ci siamo spostati nel Lower East Side per raggiungere Pat e Teo. Qui abbiamo bevuto qualche birra, parlato finalmente un po’ inglese (troppo abituati all’italiano della Rai) e dopo una lunga e divertente serata abbiamo scattato una foto per immortalare la reunion . Alla prossima Arthur, magari a settembre al Toronto Film Festival. See you soon mate!
mercoledì 18 agosto 2010
Vita da stagista #3
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martedì 10 agosto 2010
Metti una sera ad Harlem
Per gli amanti della musica New York City è la città ideale. Poi in estate, grazie alla bella manifestazione SummerStage che propone concerti gratuiti in giro per Manhattan, le occasioni rischiano di diventare ancora più ghiotte. Capita così di ascoltare ad Harlem, nel piccolo ma accogliente Marcus Garvey Park, un’indimenticabile esibizione del musicista afroamericano Gil Scott-Heron. Circondato perlopiù da ragazzi e ragazze, vecchi e bambini di colore, nel cuore di un’Harlem chiamata a raccolta dalla passione di Scott-Heron, mi sento parte di un rito musicale capace, anche solo per qualche ora, di sconfinare oltre qualsivoglia muro tra razze, nella consapevolezza che a cantare è un'unica, grande voce, pronta a liberarci dai lacci più ostinati della nostra visione, spesso troppo ristretta, delle cose del mondo. Peace, love, soul: basta poco per crescere a suon di (buona) musica.
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Continua la vita, continua la vita
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lunedì 9 agosto 2010
mercoledì 4 agosto 2010
New Jersey Reunion
Me l’ero sempre domandato, chiedendo a volte ai miei genitori: ma abbiamo dei parenti, anche alla lontana, che vivono negli Stati Uniti o addirittura a New York? Così pochi giorni prima della mia partenza americana scopro che in realtà qualcuno c’è, dall’altra parte dell’oceano, che un qualche legame di parentela con la mia famiglia (paterna) ce l’ha. Lui si chiama Gerardo, originario di Palomonte come mio padre, da oltre 40 anni trasferitosi in America per lavorare, e dove ha cresciuto una famiglia che ho avuto il piacere di conoscere domenica scorsa. Vivono nel New Jersey, in una cittadina chiamata Lodi. Sabato scorso decido di chiamarli, così ci mettiamo finalmente d’accordo per incontrarci il giorno dopo. La domenica Gerardo e Anthony (il genero di Gerardo, marito della figlia Susanna) vengono addirittura a prendermi fino ad Harlem, da dove mi portano nel New Jersey. Passiamo per Jersey City, dove abita Anthony che fa il poliziotto e che ha lo stesso cognome di mia nonna Rosa (Scalcione), quindi secondo i suoi calcoli dovremmo essere cugini di 4° grado. Con lui parliamo inglese, visto che non conosce bene l’italiano ma un pochino lo capisce (soprattutto il dialetto), e anche se si sente – come mi ha confidato – italiano nel cuore. Il suo sogno, infatti, sarebbe quello di ottenere la cittadinanza, dato che la madre è nata in Italia, e potersi trasferire un giorno nel Bel Paese. Con Gerardo invece parliamo addirittura in dialetto, e il suo accento – mezzo americano, mezzo napoletano – è un piacere ascoltarlo. Non dimenticherò mai l’accoglienza riservatami da Gerardo, dalla moglie Maria, dalla figlia Susanna, da Anthony e dai loro due figli piccoli, Marina ed Antonio. Tutti erano curiosi di conoscermi, di parlarmi, quasi come se l’arrivo del cugino italiano in America fosse un segno del destino da non lasciarsi scappare. Io, da parte mia, non me lo sono fatto scappare, e dopo aver trascorso una delle giornate più importanti della mia vita sono ancora più convinto di aver fatto la scelta giusta. Per un attimo ho riassaporato il gusto di stare in famiglia, che spesso in Italia sottovaluto preso dai miei fantomatici impegni, dal mio essere troppo duro con gli altri e con me stesso, dalla mia cecità dovuta ad abitudini dure a morire. Ma cosa c’è di più bello che mangiare attorno a una tavola imbandita di tutto e di più, in compagnia di persone semplici e generose, tra una bottiglia di birra e un piatto di pasta, una risata e una fetta di torta, una ciliegia e un bicchiere di limoncello, quasi come se Salerno fosse lì dietro la porta pronta a donarti col cuore qualcosa di intangibile ma di così concreto come solo la famiglia sa essere? See you soon, miei cari amici del New Jersey. E' una promessa che non mancherò.
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martedì 3 agosto 2010
Sono un ragazzo fortunato

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Vita da stagista #2
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