domenica 23 marzo 2008

La Poesia della Vita

di Mina
Naturalmente nessuno se ne è accorto. Si può anche capire. Con questi chiari di luna a chi vuoi che interessi la Giornata mondiale della Poesia? Sì, era proprio ieri l’altro, il 21 marzo. Per essere molto, ma molto buoni si può dire che la coincidenza con il Venerdì Santo ha oscurato la poesia. È brutto da scrivere, da leggere e poi, magari, non è neppure la verità. No, no, è che spazio per la poesia sembra che non ce ne sia. Eppure Neruda diceva: «La poesia è un atto di pace. La pace costituisce il poeta come la farina il pane». E ce ne vorrebbe molta di quella farina. Ma facciamocene una ragione. Cara grazia se si leggono le pagine sportive per vedere i commenti sul risultato della squadra del cuore, figurati le poesie... e poi «non sono cose da uomo». Questa l’ho sentita io con le mie orecchie... come se parlassero di un paio di scarpe coi tacchi a spillo. Ma la poesia, prima di essere verso, metrica, rima, è vita. Basta alzare gli occhi e guardare intorno. Quello sguardo allungato della madre come a proteggere il bambino che sta correndo è poesia. La borsa sdrucita dalla quale esce un sedano che l’anziana signora ha comprato per dare un po’ di sapore alla minestra che preparerà per il suo uomo è poesia. Due figure strette, stagliate contro il tramonto sulla spiaggia sono poesia. La lunghissima treccia di mia figlia è poesia. Il sorriso che riesci a tirar fuori dopo un pianto dirotto è poesia. L’attesa è poesia. Riconoscere che siamo tutti la stessa persona è poesia. Le foto che seguono la crescita dei miei bambini sono poesia. L’amico che non senti più, ma che culli nella memoria è poesia. Quella volta che il papà andando in macchina ha detto «Ecco, bambini, adesso la strada precipita a valle» e noi ci siamo messi a urlare dal terrore di sfracellarci è poesia. Il ricordo è poesia. L’uomo carico di anni, ma mai vecchio, che cammina fiero col bastone per mano sinistra dopo la rottura del femore è poesia. La dolcezza è poesia. La montagna vista da lontano è poesia. Gli occhi che si chiudono dal sonno sono poesia. Puccini è poesia. Gadda è poesia. I rari rumori della notte sono poesia. La finestra che adesso apro per andare in terrazza a guardare il lago è poesia. Insomma la poesia è dappertutto, ma sarà vero che solo pochi la vedono? Io non ci voglio credere. Anche la persona più fredda e disincantata, più malvagia e sgradevole, più perversa e scellerata in un angolino del suo animo deve avere un ricordo, un rimpianto.
E il rimpianto è già poesia.

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