venerdì 11 aprile 2008

Lacrime presidenziali

E' imbarazzante - almeno per me - vedere Bush jr. commuoversi davanti alle telecamere mentre sta per assegnare la medaglia d'onore all'ennesimo eroe americano morto laggiù in Iraq. E' imbarazzante perchè durante questi anni di guerra guerreggiata, dopo aver abbattuto nella primavera 2003 l'odiato Saddam Hussein, lo stillicidio di caduti a stelle e strisce mi è sembrato quasi un'irrimediabile fatalità, come se non ci fossero state gravi negligenze politico-militari nell'esportare armi-in-mano una fantomatica democrazia in Mesopotamia. Ogni volta qualcuno provava ad alzare un dito contro la scelta di invadere l'Iraq, distogliendo risorse dal più importante fronte afghano, qualcun'altro tirava subito in ballo il defunto Saddam Hussein. Come dire: era meglio prima sotto il regime del rais iracheno? Tutto ciò per cercare di distogliere l'attenzione da un semplice fatto: chi non ha voluto vedere che il terrorismo di matrice islamica in Iraq, dopo la sconfitta di Saddam, è aumentato invece che diminuire, sprofondando la popolazione in un'inevitabile guerra civile tra sunniti e sciiti? Ora, dopo cinque anni di scontri e di morti (da una parte e dall'altra), dopo che il surge (l'aumento delle truppe americane sul campo) sembra aver incrementato il controllo del territorio, e dopo che si è iniziato a parlare finalmente di ritiro - nella speranza che l'esercito iracheno cominci a prendersi maggiori responsabilità - ecco spuntare le dichiarazioni di Bush jr. e del Generale David Petraeus sulla necessità di sospendere per 45 giorni il ritiro delle truppe. Poi si vedrà cosa fare. Perchè? Per l'estrema fragilità del contesto politico-sociale iracheno. Mr President, è da cinque anni che l'Iraq è in bilico su se stesso. Riuscirete mai a stabilizzarlo? Come direbbe il Boss: Bring 'Em Home.

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