Fra qualche mese arriverà nelle sale cinematografiche il secondo film della serie televisiva di culto X-files. Ne approfitto dunque per parlare di una delle mie più grandi passioni: i telefilm made in Usa. Durante le ultime vacanze natalizie ho finito di vedere finalmente la nona e ultima stagione di X-files, dopo più di un anno di appassionata partecipazione alle vicende extraterrestri (e non solo) di Mulder e Scully. Ripensare con un po' di nostalgia telefila a tutte le puntate viste - alcune più emozionanti, altre meno - mi permette di riflettere sul senso profondo che una serie tv come X-files si porta dietro insieme alle storie personali dei due protagonisti. I want to believe è il motto dell'agente Fbi Fox Mulder, e a pensarci bene è anche un po' il nostro, di motto. L'esigenza di spiegarsi l'impossibile visto dai propri occhi increduli, la volontà di alzare senza pregiudizi lo sguardo al cielo, in cerca di qualche risposta alle nostre domande di sempre, ci rende più umani, più sognatori, e anche più ingenui, ma profondamente fedeli agli inconfessabili segreti e desideri che ci animano. I want to believe. We want to believe. Forever.
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