domenica 20 aprile 2008

Onora il padre e la madre

Capita spesso di perdere, nella traduzione italiana del titolo di un film straniero, il senso del titolo originale che magari ci avrebbe spiegato ancora meglio il significato della storia narrata. Capita proprio questo nell’ultimo, imperdibile film del maestro Sidney Lumet, plurinominato all’Oscar e vincitore dell’ambita statuetta alla carriera nel 2005, autore tra l’altro di autentici capolavori della Settima Arte come La parola ai giurati (1957), Quinto Potere (1975) e Quel pomeriggio di un giorno da cani (1975).
Capolavori che si arricchiscono ora di un’altra grande pellicola, presentata fuori concorso nel 2007 alla seconda edizione della Festa Internazionale del Cinema di Roma, e da poco uscita anche nei nostri cinema. Si tratta del film Onora il padre e la madre - in lingua originale, invece, Before the Devil Knows You’re Dead - con attori del calibro di Philip Seymour Hoffman, Ethan Hawke e Marisa Tomei.
Il titolo in inglese deriva dall’antico detto irlandese May you be in heaven half an hour before the devil knows you’re dead (Che tu possa trascorrere mezz’ora in paradiso prima che il diavolo sappia che sei morto). A dir poco inquietante, al pari della storia narrata per immagini da Sidney Lumet. Una storia che ha inizio paradossalmente dalla fine, che avrà in realtà ulteriori evoluzioni tragiche e imprevedibili, pronte a sorprendere ad ogni sequenza lo spettatore.
Come dicevo, già il titolo originale - Before the Devil Knows You’re Dead – ci aiuta ad entrare nel corpo della vicenda che coinvolgerà due fratelli, Andy (Hoffman) ed Hank (Hawke), alla disperata ricerca di soldi facili. Come e dove ottenerli?
Guardando il film, subito capiamo che questo avverrà con una rapina in una gioielleria, ma niente andrà secondo i piani. Ecco allora iniziare il viaggio dei due protagonisti in tempi e luoghi ad ogni sequenza differenti, per mezzo di flashback che ci porteranno indietro a ripercorrere la decisione di Andy ed Hank di organizzare la rapina. Così lo spettatore si ritroverà a guardare più volte una stessa scena, ma da angoli visuali diversi e con sviluppi paralleli alla storia principale.
E’ un continuo rimettere in discussione le nostre certezze, dinanzi ad una realtà (cinematografica) che si compone e scompone con una facilità ed una perfezione unica. Il regista Lumet ci porta così dove vuole lui, grazie anche ad una sceneggiatura ad orologeria, dove ogni incastro è studiato nei minimi particolari, e dove ogni immagine è un tassello in più nella nostra mente per aumentare l’ansia che proviamo nel seguire le riprovevoli azioni dei personaggi.
E proprio l’amoralità che pervade gran parte dei protagonisti - vedi per esempio Gina (una sensuale Marisa Tomei), moglie di Andy che va a letto con Hank - ben si ricollega alla figura del Diavolo (riecheggiata nel titolo orginale) che sembra aspettarci al varco dell’Inferno, a voler punire quel peccato originale insito nell’animo umano.
Una visione pessimistica del mondo, quella di Lumet, che se a tratti ci mostra una speranza nascosta nella coscienza profonda di alcuni personaggi, non manca mai di mostrarci invece tutto il male che quegli stessi personaggi sono capaci di provocare.

1 commento:

Anonimo ha detto...

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