lunedì 3 marzo 2008

Il sogno di una cosa

Domani, 4 marzo 2008, la campagna elettorale per le primarie democratiche negli Stati Uniti, che vede fronteggiarsi Hillary Clinton e Barack Obama, potrebbe concludersi definitivamente ma anche no. Spetterà agli elettori del Texas e dell'Ohio dare l'ultima spinta verso la nomination presidenziale a Barack Obama oppure riaccendere le speranze della sempre meno agguerrita Hillary Clinton, forse ormai consapevole della (quasi) vittoria del suo giovane rivale afro-americano e senatore dell'Illinois. Mai sottovalutare però i propri avversari, e questo vale a maggior ragione per Hillary.
Dall'inizio, con la sua discesa in campo (democratico) per la corsa alla presidenza statunitense, ho parteggiato per Barack Obama. Non so spiegarmi il perchè, ma da subito ho sentito una comunanza di ideali, che nel caso del giovane senatore di Chicago hanno lasciato ampio spazio ai sogni e alle utopie di una nuova generazione (forse per troppo tempo disillusa dalla visione ultraconservatrice di Bush jr. & Co.).
Sono stati poi anche i suoi magnifici discorsi farciti di retorica all'ennesima potenza a convincermi a seguirlo con ammirazione: e che retorica, ragazzi! E last but not least l'incredibile movimento popolare (in particolare tra i giovani) che ha contribuito non poco a farmi sentire in parte un giovane (italo)americano pronto a dare una svolta alla politica a stelle e strisce. Anche se solo idealmente, e perchè no?, con la forza della musica, che nel bene e nel male rimane sempre uno dei migliori strumenti di aggregazione sociale.
Non ci credete? Ascoltate un po' qui, allora...





2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Paolo sono perfettamente d'accordo con te. Anch'io vedo in Obama una nuova speranza, più equa, più pacifista, più giovane. Non vorrei disilludermi presto (sinceramente mi aspetto, prima o poi, qualche articolo che parla di qualche coinvolgimento strano...), ma per ora sono dalla sua parte. Spero che vinca le primarie, che diventi presidente, e che non si faccia guidare dalla marea di interessi (economici) che hanno sempre caratterizzato la politica della Casa Bianca. Can we?

Paolo Massa ha detto...

I hope so...who knows?