giovedì 3 aprile 2008

No country for old men



Non è un paese per vecchi, ultimo grande film dei fratelli Coen - che ricorda per certi versi “Fargo”, altro loro capolavoro – è una pellicola che non si dimentica così facilmente. Le ambientazioni, i personaggi e le situazioni nelle quali sono coinvolti, a tratti lasciano senza fiato lo spettatore, incapace durante i 122 minuti del film di dare una spiegazione plausibile a tutta l’atroce violenza cui assiste in sala. Siamo nel Texas degli anni 80, dove un uomo si imbatte casualmente in alcuni cadaveri frutto di una violenta lite per questioni di droga. Qui il personaggio troverà una valigetta piena di denaro, che di lì a poco diventerà il peggiore dei suoi incubi, dal momento che un assassino psicopatico (un Javier Bardem praticamente perfetto) farà di tutto per recuperarne il contenuto. Riuscirà ad impadronirsi del prezioso bottino? E’ quello che lo spettatore continuerà a chiedersi nel seguire, alternativamente, la disperata fuga dell’uomo e la furiosa rincorsa dell’assassino. Intanto, ecco farsi avanti un altro personaggio della storia, lo sceriffo Roscoe Giddens (interpretato da un misurato Tommy Lee Jones) con il compito di inseguire anch’egli l’uomo in fuga, ma per evitare che incontri l’omicida/Javier Bardem che sta mietendo una vittima dopo l’altra per il solo gusto di uccidere. Ed è questa violenza gratuita, che l’anziano sceriffo decifra sulle diverse scene del delitto, a minare la residua speranza di Giddens, ormai vicino alla pensione e quasi del tutto disilluso dalla malvagità che lo circonda. Da qui il titolo Non è un paese per vecchi, tratto dall’omonimo libro di Cormac McCarthy. Insomma, un grande film che nel narrare una storia violenta, con tutti i particolari macabri del caso, non ne spiega fino in fondo le ragioni profonde (quasi come se non ce ne fossero), lasciando lo spettatore a chiedersi il perché di tanta ferocia spesso gratuita. Per niente consolatorio.

3 commenti:

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...

ciao paolomax:robbie williams
sono rob, robertino per quelli come te.
ottimo film, ottima recensione. mi sto facendo un giro sul blog, disseminerò altri commenti, e digitando il tuo nome su google ho letto le tue interviste per mescalina, il tuo curriculum e penso che ti assumerò quando aprirà la mia casa editrice, si chiamerà autodafè

a parte le cazzate ti abbraccio

Paolo Massa ha detto...

grazie per il tuo commento, rob. ne aspetterò altri, mi raccomando.

P.S. ah, non sapevo di questo tuo progetto editoriale :)

see you soon...