domenica 7 febbraio 2010

La prima cosa bella, di Paolo Virzì


La famiglia secondo Paolo Virzì, al centro del suo ultimo film La prima cosa bella, altra prova riuscita del regista di Livorno dopo l’ottimo Tutta la vita davanti. E proprio con la città toscana che Virzì cerca di fare i conti, soprattutto attraverso il personaggio di Bruno (interpretato alla perfezione da Valerio Mastandrea), fratello maggiore di Valeria (Claudia Pandolfi) e figlio di Anna Nigiotti (Micaela Ramazzotti), una madre con la quale “ci si diverte sempre”.

Il film ci porta avanti e indietro nel tempo. Durante gli anni Settanta quando la giovane Anna viene proclamata Miss Mamma in un lido di Livorno, scatenando le gelosie del marito Mario, un padre che spesso si rivelerà violento e poco affettuoso. E ai giorni nostri, quando la madre di famiglia (interpretata da Stefania Sandrelli) è ormai malata terminale, pronta a fare i conti con il passato. Ma sono soprattutto i figli ormai cresciuti – Bruno alle prese con problemi di tossicodipendenza, Valeria intrappolata in un matrimonio che le sta troppo stretta – a dover fare questi conti con loro stessi, ed entrambi si ritroveranno a ripercorrere (insieme allo spettatore) gli attimi belli e brutti della propria infanzia e adolescenza.

Virzì usa un registro ironico e spigliato, ma anche malinconico e appassionato, nel raccontare vicende non sempre a lieto fine, con l’ausilio di una colonna sonora a tratti strappalacrime. E nei momenti più tristi, infatti, il film rischia di perdersi un po’ per strada, quasi a voler commuovere a tavolino lo spettatore. Al di là di tutto, però, resta in bocca, a fine proiezione, il sapore dolceamaro di una storia “vera”, nel senso che chi l’ha vissuta sullo schermo – Anna, Bruno e Valeria – ce l’ha raccontata con la sola forza delle emozioni e delle immagini. Del cinema, insomma.

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