Basta anche un piccolo racconto per provare quelle emozioni che non sempre un romanzo, nel succedersi delle sue centinaia di pagine, riesce a darci. Mi è capitato qualche giorno fa leggendo “Il contrario della morte” di Roberto Saviano, prima uscita della serie “Corti di Carta” pubblicata dal Corriere della Sera. L’autore di “Gomorra” qui ci parla di Maria, giovane “sposina inciampata prima di giungere all’altare”. Gaetano, infatti, suo promesso sposo, è morto tragicamente in Afghanistan nel compimento del proprio dovere di soldato. È morto in una guerra che Maria, e tante altre ragazzine della sua tenera età, orfane come lei di un affetto caro, non riescono a capire del tutto. E neanche la scuola sembra preoccuparsi poi tanto di colmare questa lacuna, perché come scrive Saviano “fra i ragazzini delle mie parti fra l’ultima guerra che conoscono e quella che insegnano a scuola ci sono strati e strati di altre guerre”. Come quella in Afghanistan per esempio. Tanto che ora, ci dice Roberto, “a partire militari ci proverebbero anche quelli senza una gamba. E se prima, durante gli anni dell’esercito di leva, migliaia di giovani si facevano riformare con inesistenti fistole anali o pagavano a peso d’oro un bicchiere di urine contaminate col sangue da presentare come certezza per essere scartati, questo, ora che esercito significa lavoro e stipendio, non vale più”. Resta così l’amarezza di una giovane donna orfana del suo sogno d’amore, che “troppe volte si è persa dietro ai ricordi, non riuscendo più a trovare il fiato per parlare, sentendosi soffocata da tutto quanto non è accaduto. Come un pesce tirato fuori dall’acquario. Strozzata dall’ossigeno”. Rimane solo il verso della canzone “Carmela” di Sergio Bruni – “se l’amore è il contrario della morte” – a cui Maria pensa per aggrapparsi a quel suo sogno d’amore che non è morto nella memoria. “Ascoltando Maria sussurrare quel verso”, scrive Saviano, “sembrava che mi avesse dato l’insegnamento che ero andato a cercare lontano, nel fondo dei barili di parole, nelle metafisiche dei teoremi filosofici, e che avevo invece lì, semplice e risolto. E ora ogni volta che non ne ho cognizione, ogni volta che non ne percepisco il senso, ricordo Maria mentre mi dice quante cose deve ancora conoscere di Gaetano e mi saluta sulla soglia di casa come se all’improvviso avesse fretta, e so bene qual è la verità dell’amore, quella che tutto il nostro essere ascolta e capisce: il contrario della morte”. Grazie Maria per avercelo ricordato.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento