Dalla cronaca (solo) annunciata di un Erasmus in terra danese, dunque, parte la storia di questa mia strana, inaspettata, a tratti dura ma comunque prodiga di esperienza sul campo, estate 2008. Un’estate da italiano oltremanica, o meglio un’estate da “Italian in London”. Apro un’altra parentesi. Prima di sapere la brutta notizia da Roskilde, avevo da poco iniziato a prendere delle lezioni di inglese da un professore madrelingua di Salerno, Francesco, e iniziammo a fare esercitazioni soprattutto di listening e speaking, i miei maggiori punti deboli nell’uso della lingua. Considerato poi che in Erasmus avrei dovuto parlare solo inglese, non potevo fare altro che iniziare ad esercitarmi. Saputo però della mia esclusione da Roksilde, e sapendo che Francesco aveva collegamenti a Londra per poter fare un esperienza in una famiglia del posto, subito gli chiesi di potermi mettere in contatto con qualcuno. Fu così che, sull’onda della delusione per l’Erasmus mancato, decisi di partire per Londra (da solo, questa volta) e cercare magari di trovare anche un lavoretto per guadagnare qualcosa. Decisi di partire il 6 agosto e di tornare il 15 settembre, un periodo bello lungo lontano da casa. I primi tre giorni, fino al 9 agosto, li avrei trascorsi in ostello, e così è stato. Dopo di che mi sarei trasferito a casa di Ana (portoghese) e Luigi (di origini italiane), la famiglia che mi avrebbe ospitato nella propria casa insieme ad altri studenti provenienti chissà da dove.
TO BE CONTINUED...
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