




di Paolo Massa
Terry Herbert ci ha impiegato 18 anni ma alla fine ce l’ha fatta. Con il suo inseparabile metal detector, ha scoperto due mesi fa in una campagna inglese vicino a Lichfield, a nord di Birmingham, un vero e proprio tesoro archeologico risalente – dicono gli esperti – al settimo secolo, e comprensivo di più di 1.500 reperti in oro ed argento. Resti di spade con i rispettivi foderi, elmetti, croci cristiane, pugnali e immagini di animali (in particolare pesci ed aquile): questo ed altro in quella che gli studiosi considerano come la più importante scoperta della storia archeologica britannica, anche più del ritrovamento nel 1939 a Sutton Ho, nel Suffolk, di una camera ardente reale.
Il valore del tesoro anglosassone ammonterebbe a circa 1.6 milioni di dollari, dicono gli esperti. A destare stupore, però, sono le circostanze della scoperta di Terry Herbert, un disoccupato 55enne che nel tempo libero, e per 18 lunghi anni, ha setacciato con un metal detector numerose campagne senza mai trovare niente del genere. La gente gli rideva anche dietro, ha poi raccontato giovedì scorso durante la conferenza stampa al museo di Birmingham, dove i reperti verranno esposti due settimane prima di giungere al British Museum di Londra per gli studi del caso.
Il giorno della scoperta, ha rivelato Herbert, per caso sbagliò a recitare il motto che usava per augurarsi buona fortuna: "Ho questa frase che dico - 'Spiriti del passato, portatemi dove ci sono le monete' - ma quella volta dissi 'oro' invece che 'monete'. Non so perché ma penso che qualcuno mi stava ascoltando".
La ricompensa per il ritrovamento verrà poi divisa tra il signor Herbert e il proprietario del terreno la cui posizione non è stata ancora rivelata per permettere agli archeologi di continuare le ricerche nell’area. Ora, ha dichiarato il fortunato metal detectorist, il sogno è quello di comprarsi un bungalow con i proventi della propria fortuna. Ma c’è da scommettere che la sua lista dei desideri potrà essere molto più lunga.
Espresso Book, così si chiama l'apparecchio, è in grado di stampare volumi di 300 pagine, con copertina rigida, in meno di cinque minuti. Un vero prodigio della tipografia, insomma. Ogni testo costerà solo otto dollari, di cui tre serviranno a coprire i costi di produzione: Google ne guadagnerà uno solo, mentre gli altri due dollari verranno donati in beneficenza. La nostra missione è “di rendere più accessibili i libri del mondo”, ha detto Jennie Johnson, portavoce di Google, aggiungendo come “gli utenti potranno ottenere la copia fisica di un libro del quale esistono magari due sole copie in alcune biblioteche del paese, o del quale non esistono più copie”.
I titoli pubblicati prima del 1923, e quindi ormai privi di diritti d’autore, ammonterebbero a due milioni, ai quali potrebbero aggiungersene tanti altri se la società californiana riuscirà a garantirsi la possibilità di stampare libri protetti da copyright ma non più in commercio. L’ultima parola spetterà al tribunale di New York, dopo che Microsoft, Sony e Amazon hanno sollevato la questione di un eventuale monopolio di Google sui libri fuori commercio. Chi la spunterà?
Prendendo in prestito da Twitter – il social network che permette a chiunque di scrivere sul web, in meno di 140 caratteri, ciò che si sta facendo – la scrittura agile e veloce, il testo riduce in soli 20 tweets mattoni della letteratura come la Divina Commedia. Un esempio dall’Inferno di Dante? «Sto avendo una crisi di mezza età. Perso nella boscaglia. Avrei dovuto portare il mio iPhone». In appena 90 battute eccoti riassunto, con un pizzico d’ironia, il pensiero del sommo Poeta smarritosi «nel mezzo del cammin di nostra vita per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita». Altro esempio? Liberamente ispirato al Paradiso perduto di Milton: «OH MIO DIO SONO ALL’INFERNO».
Ai due giovani autori l’idea è venuta quando erano compagni di stanza all’università di Chicago. In un’intervista al The Guardian, Rensin ha ribadito che Twitterature non dovrebbe essere considerato come una guida ai classici: «Non si può insegnare letteratura inglese con questo libro. L’umorismo è dato già dalla conoscenza delle opere riassunte». Nell’elogiare poi Twitter, e nel difendersi dalle critiche di coloro a dir poco scandalizzati dallo sfruttamento dei romanzi, Rensin chiama in causa anche Martin Lutero: «La gente inorridì quando tradusse la Bibbia dal latino in tedesco per renderla più accessibile. Nessuno poi uccise Lutero, quindi forse siamo al sicuro».
Per chi volesse, intanto, un assaggio del libro, basta visitare la pagina Twitter aperta dai due giovani studenti universitari di Chicago. Buona lettura.
L’uomo, rivolgendosi poi alla comunità musulmana in Germania, ha consigliato di fare attenzione a girare in strada, durante le prime due settimane dopo le elezioni, volendo così avvertire che un eventuale attentato sarebbe imminente. Criticando la politica estera sia della cancelliera Angela Merkel sia dello sfidante socialdemocratico Frank-Walter Steinmeier, Abu Talha ha aggiunto che se «i tedeschi voteranno per la pace, allora i mujahedeen faranno la pace con la Germania. E con il ritiro dell’ultimo soldato dall’Afghanistan, l’ultimo mujahed lascierà la Germania. Parola di Al Qaeda».
Subito il ministro dell’Interno tedesco, Wolfgang Schäuble, ha ordinato l'incremento delle misure di sicurezza nel paese, specialmente negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie.
Pubblicato a fine giugno, dopo due anteprime a Madrid e Parigi, l’album «Napoletana» è nato a seguito dei laboratori di Etnomusicologia “Tradizione e cemento” tenuti dal cantante all’università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Obiettivo del corso: recuperare la tradizione nella civiltà urbana. Per il professore Marino Niola, quella di Enzo Avitabile è «un’antica lezione di musica pitagorica che restituisce ai suoni il loro ruolo di misure arcane che precedono la realtà. Immemorabili antidoti contro i mali del mondo che battono come un tamburo che ti entra dentro e ti lacera». Il musicista ritirerà la targa Tenco durante la rassegna in programma dal 12 al 14 novembre al teatro Ariston di Sanremo.
Davide Ricchiuto, primo caporalmaggiore nato in Svizzera nel 1983, viveva insieme alla famiglia a Tiggiano, nel Salento. Da poco tornato da una vacanza a Dubai, per il 26enne sarebbe stata la terza esperienza all’estero dopo il Kosovo e il Libano. «Doveva essere la sua ultima missione, aveva deciso di tornare qui per restare», ha detto il sindaco del suo paese. Agli amici di una vita, Davide ripeteva sempre: «Se devo morire, voglio farlo da eroe».
Antonio Fortunato, invece, 35enne originario di Lagonegro (Potenza), si trovava in Afghanistan da quattro mesi. Era lui, ieri mattina, al comando del plotone a bordo del primo Lince distrutto dall’autobomba. A dicembre avrebbe festeggiato dieci anni di matrimonio insieme alla moglie, con la quale viveva nel Senese.
Il sogno di Matteo Mureddu, 26 anni di Solarussa (Oristano), era di sposarsi al più presto con la sua Alessandra. Avevano già deciso di convolare a nozze lo scorso giugno, ma per l’improvviso impegno di Matteo in Afghanistan tutto fu rimandato al 2010. Alla mamma preoccupata ripeteva: «Tranquilla, so quel che faccio, sarò prudente. E poi è una missione di pace». Di missioni all’estero ne aveva già fatte due, una in Libano e l’altra nella ex Jugoslavia.
Roberto Valente, invece, 37enne originario di Napoli, a Fuorigrotta, era appena tornato a Kabul dall’Italia, dove aveva trascorso due settimane di licenza con la famiglia. Per lui era già iniziato il conto alla rovescia, perché a fine novembre sarebbe tornato a casa definitivamente. Niente più missioni all’estero – dopo la Bosnia, l’Albania e l’Iraq – e forse un lavoro al carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. Valente lascia una moglie e un figlio di due anni.
Anche Giandomenico Pistonami, 28 anni di Lubriano (Viterbo), aveva un sogno nel cassetto: sposarsi con la sua amata Zueca. Mancavano solo quaranta giorni prima che tornasse in Italia da Kabul, dove era di stanza dal maggio scorso. Al suo ritorno avrebbe comunicato alla fidanzata la data del loro matrimonio.
Massimiliano Randino, invece, 32 anni originario di Pagani (Salerno), ma da cinque anni in Toscana, era un grande appassionato di calcio, atletica e persino di recitazione (faceva parte di una compagnia teatrale). Lascia la moglie Pasqualina, 30 anni, baciata l’ultima volta poco tempo fa: Massimiliano, infatti, era appena tornato da dodici giorni di licenza.
Addio Davide, Antonio, Matteo, Roberto, Giandomenico, Massimiliano. E buon viaggio.
«Questo è il primo pianeta roccioso avvistato in un altro sistema», ha dichiarato alla CNN l’astronomo Artie Hatzes. Secondo Didier Queloz dell’Osservatorio di Ginevra in Svizzera, la composizione di CoRoT-7b potrebbe essere simile a quella della Terra, anche se il suo ambiente avrebbe più le sembianze dell’Inferno. Infatti, proprio per la vicinanza alla sua stella – 23 volte più vicino rispetto alla distanza tra Mercurio ed il Sole – su questo pianeta si raggiungerebbero, secondo Queloz, fino a un massimo di 3600 gradi Fahrenheit (2000 gradi Celsius). Se si paragona la densità con quella di altri pianeti del nostro sistema solare, si scopre che solo Mercurio, Venere e la Terra sono simili, ha evidenziato Artie Hatzes.
Nel compiere le dovute analisi comparative, gli astronomi sono stati agevolati anche dal fatto che CoRoT-7b è relativamente vicino - nella costellazione dell'Unicorno - a circa 500 anni luce da noi. Al progetto hanno lavorato ben 42 scienziati di 17 istituzioni e tre continenti differenti. Il prossimo 22 ottobre divulgheranno la loro scoperta in un numero speciale del magazine “Astronomy and Astrophysics journal”.
Intanto la situazione sul campo afgano resta critica. Come ha ammesso il segretario della Difesa, Robert Gates, «il tempo gioca a sfavore» contro i soldati americani impegnati in guerra: nel solo mese di agosto ne sono morti 48, già 28 invece nelle prime due settimane di settembre. Nel dibattito è intervenuto anche il capo di stato maggiore, l’ammiraglio Mike Mullen, secondo il quale «le operazioni militari contro i ribelli richiedono probabilmente più truppe per essere efficaci». Spetterà ora al Congresso decidere per un ulteriore aumento del contingente sul campo. Al momento in Afganistan sono impegnati 62 mila militari Usa, che a fine anno saliranno a 68 mila.
Resta urgente, però, come ha ribadito il generale Stanley McChrystal, comandante della forza di assistenza alla sicurezza a guida Nato Isaf, un rapido cambio di strategia. Cresce intanto negli Stati Uniti lo sfavore dell’opinione pubblica: secondo un sondaggio della CNN, infatti, solo il 39% degli americani è favorevole alla guerra in Afghanistan. Altro che riforma sanitaria.