di Beppe Severgnini
L'avevamo sognata, immaginata, desiderata, attesa, discussa, invocata, fiutata. Poi l'abbiamo vista: era diversa. L'America non appariva particolarmente complicata, e neppure eccessivamente sorprendente. Era semplicemente un'altra cosa. Più lunga, più larga, più vuota, più severa e, se vogliamo, più noiosa: tra un "luogo d'interesse" e un altro c'erano, quando andava bene, duecento chilometri. La colpa, naturalmente, non era dell'America. Era nostra. Non avevamo capito, per esempio, che i luoghi d'interesse, segnati in blu sulla mappa, non erano sempre luoghi interessanti; e i luoghi interessanti non erano sempre segnati in blu sulla mappa.
L'avevamo sognata, immaginata, desiderata, attesa, discussa, invocata, fiutata. Poi l'abbiamo vista: era diversa. L'America non appariva particolarmente complicata, e neppure eccessivamente sorprendente. Era semplicemente un'altra cosa. Più lunga, più larga, più vuota, più severa e, se vogliamo, più noiosa: tra un "luogo d'interesse" e un altro c'erano, quando andava bene, duecento chilometri. La colpa, naturalmente, non era dell'America. Era nostra. Non avevamo capito, per esempio, che i luoghi d'interesse, segnati in blu sulla mappa, non erano sempre luoghi interessanti; e i luoghi interessanti non erano sempre segnati in blu sulla mappa.
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